Trash Art: dal rifiuto all’opera d’arte

Da un decennio a questa parte nell’ambito dell’arte contemporanea è nata la tendenza ad utilizzare oggetti altrimenti considerati inutili: i rifiuti.
Qualsiasi oggetto che scegliamo di gettare può essere sapientemente trasformato dalle mani di un’artista e ce lo dimostrano le mostre organizzate in giro per il mondo.
L’obiettivo principale di queste mostre non è solo quello riguardante l’arte del recupero di oggetti quotidiani altrimenti destinati all’oblio, ma dimostrare che, attraverso questo recupero, si può creare qualcosa di nuovo, vedere le cose attraverso una nuova lente, donando nuova dignità agli oggetti e fare in modo che essi comunichino tra di loro in maniera del tutto nuova mettendo in scena un’attualità senza precedenti.

L’obiettivo degli artisti

Attraverso queste opere gli artisti cercano di trasmettere un messaggio ben preciso, la cura pe i dettagli, la loro cifra espressiva, tutto sembra narrare di quel disastro ambientale di cui parlano i giornali ormai quotidianamente, ma forse mai come dovrebbero e mai abbastanza.
Essi ci dimostrano, dunque, che il mondo deve essere salvato e non solo per le generazioni future ma anche per il pianeta stesso, che va tutelato.
In tal senso è corretto non dimenticare mai la corretta gestione dei propri rifiuti che, magari, non diventeranno opere d’arte ma risulta in ogni caso essenziale rivolgersi ad aziende come Nieco che si occupa dello smaltimento dei rifiuti speciali a Roma, un piccolo gesto per tutelare l’ambiente circostante e la propria città.
Se pensiamo al passato è pur vero che molti artisti hanno utilizzato materiali destinati alla discarica riciclandoli nelle proprie opere d’arte, due fra tutti Andy Warhol e Pablo Picasso, che inserisce nelle

proprie tele materiali diversi come carta da parati o da spartiti, carte da gioco, etichette.

L’opera d’arte contaminata

Questa nuova corrente artistica identificata con il nome di Trash Art, dunque, non si occupa di utilizzare solo i materiali poveri provenienti dagli scarti quotidiani ma anche quelli industriali interessando molti movimenti artistici evidenziando la possibilità di trovare il bello estetico in ogni cosa, facendo in modo che l’osservatore veda in ciò che considera brutto un nuovo tipo di bellezza.
L’opera d’arte, dunque, non è più un progetto ben definito realizzato con i materiali della tradizione ma viene contaminata dalla realtà quotidiana fatta anche di oggetti non più considerati utili ma che sembrano ancora possedere qualcosa da donare.
In questa corrente tutto può essere riutilizzato e riemesso nel circolo produttivo e vitale, sconvolgendo l’attuale concezione di tempo, vita e morte degli oggetti  e del loro consumo.

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